inediti
Quest’autunno tanto felice
e tanto triste, foglie dai colori
mai visti, eppur anni sono che
sono le foglie gialle al bosco, alberi,
cammino al vento qui in tutte le strade
di Firenze, Milano, Tokyo, Montpellier
Parigi, Sain Lō…quest’autunno vicino
ai miei amici, vicino alla foresta di Monte
Senario, benedizioni, acqua sempre acqua
onde sante che ci nominano uomini, polvere…
quest’autunno cammino e mi guardo
intorno e vedo come un gusto dell’occhio
che ogni cosa mi persuade di dolce quotidiano
un’ansia felice mi confonde o forse mi
chiarisce e non so più chi è bosco chi
i rami, tutti quegli anni e le stagioni e
il freddo che sale e i tramonti col filo
di fumo per non ghiacciare i campi a valle,
mi commuovo quando avverto preciso e
così struggente un senso di appartenenza
un sostegno dal mondo intorno mentre
l’umido dal legno mi sussurra che c’è un oltre
ed è questa realtà, già qui…quest’autunno..
Anghiari, vallate serbano il castello di Sorci
nelle antiche geometrie di una campagna
gelosa e antica, colgo la rosa tra la sue mura
e il giardino riflette una vita perenne
nascosta…quest’autunno cammino ed entro,
entro nel paesaggio come non mai e mi vive
addosso come casa a cui ritornare, nostra.
Spiagge deserte, la sabbia arriva
agli occhi, al cuore sale , mare
mare di luce, queste nubi
basse, scende subito e perdo
lo spazio e mi cammino intorno
libero e calmo, un’aria fresca e felice
e mi piacerebbe non distinguere
dove insieme morire…
Trema la mia vita
alla paura, vedo forte
una spiaggia e la calma
che in me è mare…
ieri Martine mi dice
la Normandia e il profumo
mi assale come un dolore
che sa di partenza di dura
urgenza a quel cielo
infinitamente cielo a quel
molo a quel faro che mai
smetto di vedere sempre.
Mi si separa la vita
in tanti rivoli io che
la vorrei tenere stretta
e addomesticarla…
qui seduto al banco
di una scuola, lavoro
e vedo e non vedo
la spiaggia, respiro là
per vivere che la vita è diffusa
ovunque corpo in ogni panorama
silente che ora quasi non voglio
parole, fatico poesia e amo i versi
che sono altro che vado via che
mi danno fughe che mi ripiego
in un modesto atto di esistenza…
Oggi a Castiglioncello ho riconosciuto
il mare, un ex voto che rinnovo
ogni autunno –oggi ottobre 2014-
mi inchino alle onde all’ardore
che sale alla vertigine che entra
in me come identità antica
e mi sento appartenere al mondo
e mi sento mare d’autunno, mi
respiro mi equilibro nel tempo
continuo che incide, conchiglia
di ogni parola, venuta dopo
e ricordo allora e ancora, solo
il tuo nome mi riempie la vita
appaga con la vastità con la tua
maternità di ogni cosa, la scomparsa
l’apparizione-annunciazione- sono
qui, pesce uomo, nave umana
a non capire, e va bene così…