ROBERTO VERACINI
poesie
Da “Via de’ laberinti” (La vita felice, 2016)
Resterà qualcosa di questa luce,
questo sguardo innamorato
sulle cose, tutta la vita dentro
un’immagine, una parola
e la certezza di esistere
per sempre?
*
Poetici laberinti
Poetici laberinti
dove siamo sbarcati
dal mare, dai sogni
un giorno d’estate,
le spalle rapprese
le gambe sfiancate
e nelle tasche sfondate
la poesia, come fosse
l’unica cosa o l’ultima
necessaria follia,
mentre intorno si balla,
si ride, si muore, si aspetta
l’estate, coi volti segnati
dai troppi sorrisi,
le luci, gli spari
gli inganni felici
le solite frasi…
Poetici laberinti
di passioni e attesa
ogni giorno qualcosa
che non resterà,
mentre cala la sera
si perde la strada
e non serviranno
le carezze, i baci,
gli amori vissuti
e altre amenità…
Solo un’ultima fede
fra le macerie bruciata
offesa, la poesia,
come fosse oggi
l’ultima impresa
o l’unica necessaria
follia…
Poetici laberinti
utopici affanni
di vita e di morte,
un’unica sorte,
anch’essa smarrita
*
Abbracciava la sua vita
come nell’attesa
lasciava che fosse
la sua vita
come presa
e già fuggita
*
Il tuo sorriso, quando appare
accende il mondo, rischiara
la vita, come se non ci fosse
nessun altro giorno
nessun’altra vita
*
Non è il volto segnato dell’Ecce Homo
o del Cristo alla colonna,
è il fanciullo-Sebastiano
visto dal basso, etereo, già lontano,
proteso nell’infinito, sprofondato
nell’altro cielo, oltre quell’azzurro
intenso che copre tutto, Venezia
le donne le cose, la vita
che scorre invisibile, quell’azzurro
che torna, sempre più intenso,
verso l’alto, fuori dimensione,
come l’albero che lo tiene e scompare
(Per San Sebastiano di Antonello da Messina)
*
La nostra storia
Veniamo da questa storia, dalle mani
rugose dei campi, dai maiali
sull’aia agonizzanti, dalla luce
del tramonto per sempre
negli occhi, dai volti dei bimbi
col moccio e i pantaloni
corti, dagli sguardi dei nonni
sorridenti accanto, dall’odore forte
della terra e del grano, dalla miseria
dei giorni e degli anni, dal gelo
delle fonti e dall’afa dei grilli
martellanti, dai sentieri scuri
del bosco e delle bestie, dalle occhiate lente
delle vacche, dal calore
antico delle stalle, dalle panche
di legno segnate dall’inverno,
dalle pezzòle strette sulla testa
delle donne, dalle voci confuse
e felici fra le vigne, dalle lacrime
lasciate alla malasorte, dalla fede
certa delle madri, dal loro
impercettibile tremore, dalle carezze
rare dei padri…
Veniamo da lì, è questa
la nostra storia, stampata
sui giorni e riscritta
nell’aria
come un vecchio film
d’autore che si perde
nella memoria, nel tempo
che resta e non ha fine
Da “Epifanie dell’angelo” (2001, ETS)
Proteggimi se la notte sogno
e muovo la testa, piego le ossa
sperduto in chissà quale regno
argino il mondo che mi crolla
addosso, aspetto di te
un segno, un soffio almeno
nell’ombra
*
Torno a sentirti, a volte,
nel buio dell’orizzonte
se la vita sfugge informe
fra le pieghe dei giorni
e l’anima aspetta invano
un volo
+
Fatti sentire quando non sento
ricordami ogni giorno
che è giorno e si vive
una volta per sempre
*
Se il tempo ha fretta, tu conducimi
lentamente, non farmi dimenticare
nulla
inediti
Le donne di Schiele
Le donne di Schiele
hanno lo sguardo triste
come la vita
che non si capisce
*
“L’abbraccio” di Schiele
Lei guarda in basso
il corpo appeso
ma lo stringe forte
più forte che può,
le dita come scolpite
sul collo, sulle orecchie
sulla bocca…
Lui la bacia e attende
uno sguardo, una ferita
*
“La donna in rosa” (Klimt)
Sonja Knips guarda qualcosa
immersa nella sua vita
misteriosa. Una poltrona
chiara e fiori bianchi
e rossi sullo sfondo
scuro, nell’ aria chiusa.
Tutto il resto rosa
*
“Fritza Riedler” (Klimt)
Quelle mani che non sanno
quale vita, in bianco
la bocca appena
socchiusa e poi forse
un gesto, un’intesa
dietro mille occhi appesi
(Vienna, fine agosto 2016)
Roberto Veracini : un poète de l'envol
LE MONDE DES LIVRES | 23.11.06 | 11h42 • Mis à jour le 23.11.06 | 11h42
écouvrir d'un même mouvement une aventure poétique fascinante, une écriture aussi limpide qu'énigmatique, et la parfaite réalisation éditoriale de cet enchantement, voilà qui change d'emblée le plaisir en coup de foudre. Né il y a cinquante ans à Volterra, la "cité-navire" qui domine la côte de Toscane, Roberto Veracini est traduit pour la première fois, et remarquablement, par Bernard Vanel ; sa voix française, en regard de l'italienne, s'impose aussitôt, nette, rythmée, hantée, vouée à la vue verticale et au désir inouï qui a mené Icare jusqu'aux rives du soleil.
Car Veracini est un poète de l'envol, un poète ascensionnel qui ne croit pas au crash de Saint-Exupéry, et se plaît à convoquer les anges. Pour cela, il s'enferme un soir dans l'antique palais de Montescudaio et attend que quelque chose advienne, que quelque chose lui parle. Déception : le Verbe ne répond pas à la demande. Mais, quelques mois plus tard, la nuit de l'Epiphanie, les voix qu'il espérait déferlent soudain et il ne retient que des bribes de ce qui le submerge : quinze éclats fulgurants, reflets d'un vertigineux trésor.
"Protège-moi si je rêve la nuit/si je remue la tête, si mes os se replient/exilé dans je ne sais quel royaume/où je retiens le monde qui s'écroule sur moi,/j'attends de toi un signe,/au moins un souffle/dans l'ombre."
VIEILLES AVANT-GARDES
Pas de méprise cependant, cette irruption, si elle ne renie en rien l'effraction oraculaire, demeure dans le champ des expériences humaines, plus proche des "extases" évoquées par René Char que des injonctions divines captées par la pucelle de Domrémy. Et Veracini, s'il avoue avoir "aimé ces étranges muses itinérantes", ne vit pas dans leur lumière portée, il sait les ténèbres du monde, les prisons, les massacres, et ne ferme pas les yeux "sur les visages broyés/des sans défense/frappés pour toujours/dans la mémoire".
Cette poésie, sans une once de préciosité, est toute d'éclairs, de transparence et de sincérité. Elle a ses mystères, ses commotions et ses labyrinthes dont on n'échappe qu'en s'inventant des ailes. C'est pourquoi Roberto Veracini s'évade aussi souverainement, indifférent à tous les carcans formalistes, aux tics des vieilles avant-gardes, comme aux trémolos de ce qui serait un lyrisme de confort. Il y a chez lui, "parce que toujours nous rêvons la terre que nous n'habitons pas", un élan bien réel, un sursaut de survie, mais qui ne s'illusionnent pas. Ses poèmes d'amour, entre désir, doute et désespérance sont les plus beaux qui soient. Ils ont une grâce à émouvoir les anges les plus distants à défaut des mortelles... "Ainsi pour toi je viens/conquérir le monde/et à celui qui me demande/quel est ce regard/je souris, je ferme les yeux/et je ne réponds pas."
ÉPIPHANIES DE L'ANGE (Epifanie dell'angelo) de Roberto Veracini. Traduit de l'italien par Bernard Vanel, dessins de Stefano Tonelli, édition bilingue, "L'Archange Minotaure", 158 p., 16,70 €.
André Velter
Article paru dans l'édition du 24.11.06
Roberto Veracini
Ha pubblicato cinque raccolte di poesie (“La ragazza in bianco”, 1985, Cesati; “Stazioni, attese”, 1990, Cesati; “Epifanie dell’angelo”, 2001, ETS, tradotta in francese da Bernard Vanel nel 2006 con il titolo “Epiphanies de l’ange”, L’Archange Minotaure; “Da un altro mondo”, 2011, ETS, “Via de’ laberinti”, 2016, La vita felice) e una guida poetica di Volterra, insieme al pittore Stefano Tonelli (“Come una guida dell’anima”, 1992, Bandecchi e Vivaldi). Nel 2016, insieme a S. Guichard, F. Parrini e B. Vanel, ha pubblicato in Francia “Figurines” (Edizioni La passe du vent).Nel 1993 è stato uno dei fondatori della rivista fiorentina “Pioggia obliqua”.Ha partecipato a numerose letture pubbliche di poesia e collaborato con musicisti e artisti in varie manifestazioni nazionali e internazionali (fra cui “Poésie sur parole”, Radio France, Parigi, “Una notte italiana”, Heidelberg, “A scène ouverte”, Festival di Reims, “Printemps des poetes”, Festival di Lyon). Nel I999 è stato uno dei promotori del Premio letterario “Ultima frontiera” (dedicato a Carlo Cassola). Nel 2005, insieme a Paolo Fidanzi, ha fondato la rivista “Il foglio di poesia” (edita da Felici, Pisa). Nel 2010 è stato inserito nell’antologia francese “Les Poètes de la Meditérranée” (Gallimard/Culturesfrance).
La pagina viene presentata per gentile concessione dell'autore a Pioggia Obliqua